Gesù, più di duemila anni fa ci ha consegnato due comandamenti fondati sull’amore, uno dei quali ci dice “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Non ci ha indicato quale colore, razza o etnia dovesse avere questo “prossimo”, semplicemente perché Egli è stato il primo a non fare differenze e col suo insegnamento ha tracciato una via per l’umanità intera, ovvero aprire i nostri cuori a chiunque ci sia vicino o sia bisognoso di aiuto.
Nella vita di tutti i giorni, però, ci imbattiamo in numerose “diversità”, le quali, spesso animate dalla paura e dai pregiudizi ci fanno dimenticare il senso vero di quel comandamento d’amore istituito dal figlio di Dio per noi uomini. Per questo, ci ritroviamo a giustificarci quando non offriamo il nostro sostegno ad un immigrato,un senzatetto , perché le massime che motivano le nostre omissioni sono: “ ci rubano il lavoro”, “ sono tutti dei delinquenti”, “ non hanno voglia di lavorare” e così via di seguito, nei numerosi pregiudizi di cui ci nutriamo, quando in realtà non facciamo altro che impoverire le nostre anime e coscienze.
Basterebbe fare un piccolo salto nel passato, quando molti dei nostri nonni o bisnonni furono costretti a emigrare, perché la loro terra pane non ne dava per sfamare mogli e figli e bisognava andare a cercare quel pezzo di pane all’estero. È noto a tutti che in quelle circostanze furono anch’essi vittime di quegli stessi pregiudizi di cui oggi la nostra società è piena e riversa verso chi reputa “diverso”.
Essere “diverso” non deve essere una condizione che deve fare tendere la società alla negatività, perché in realtà diversi siamo tutti, anche con lo stesso colore di pelle. Diverso dovrebbe essere sinonimo di opportunità, crescita, miglioramento, perché è grazie alle nostre diverse capacità che evolviamo.
Ecco… evolviamo se ci apriamo all’altro, senza distinzioni di sesso, nazionalità! Se invece ci chiudiamo, possiamo solo involvere e imbruttirci.
Cogliamo questo punto di vista alternativo, quando incrociamo i bisogni di chi ha meno di noi, per comprendere che nessuno ha avuto più diritti per avere la pelle bianca, rispetto a chi ce l’ha scura, nessuno vanta più diritti di altri per fare certi lavori, o di ricevere un migliore trattamento dallo Stato Sociale, rispetto ad altri.
Gli estremismi non hanno mai portato evoluzione alle civiltà, anzi storicamente sono stati artefici di crudeltà, guerre, deportazioni e genocidi contro chi era etichettato come “inferiore”, “diverso”.
Offrire aiuto, sostegno a chi ha meno di noi è il modo migliore per ringraziare per il di più che ogni giorno abbiamo la fortuna di avere, ma che spesso consideriamo “dovuto”. Invece, per migliaia di persone quel poco che possiamo donare sarà il “molto” che non hanno mai avuto.
Monica Parisi